Luna caliente

Argentina, 1977. Ramiro Bernardez torna nel Chaco dopo aver concluso i suoi studi a Parigi. Dovrebbe avere davanti a sè una brillante carriera accademica, ma la torbida passione per la figlia tredicenne di un vecchio amico di famiglia sconvolgerà la sua vita, trascinandolo verso l'abbrutimento e la violenza. Ricorda molto le atmosfere dei romanzi di James M. Cain questo noir sudamericano intenso e palpitante, in cui il ruolo della dark lady (marchio di fabbrica dell'autore de Il postino suona sempre due volte) è interpretato da una lolita più ingenua e superficiale, più cinica e disinibita del suo modello nabokoviano. La suggestione derivante dalla tipica poeticità descrittiva degli autori latinoamericani e un certo indugio dostoevskiano sulla natura umana e sulle origini e conseguenze del crimine sono mitigati da uno stile limpido ed efficace che non perde mai di vista il filo della narrazione, e da dialoghi scarni ed essenziali, col risultato di immergere il lettore in una trama che toglie il fiato, in una storia terribile che corre velocissima verso il sorprendente finale.