Oltre la muraglia. Un viaggio in Cina

Ottimo esempio della vera letteratura di viaggio, farcita di riflessioni, punti di vista e aneddoti, sempre descritti nel migliore dei modi. Un interessante tuffo in un mondo che pochi hanno conosciuto. Complimenti. P.S. Pretendere che uno scrittore scriva nel 1987 quello che un lettore giudica politically correct nel 2022 fa sorridere, anzi ridere...

Non condivido appieno molte delle recensioni qui pubblicate in cui si pone il dito contro l'eccessiva "parzialità" dell'Autore. Del resto anche un altro grande viaggiatore e scrittore di reportage come Tiziano Terzani, all'interno delle sue opere, non ha mai nascosto la propria antipatia verso il Giappone e i giapponesi. Non credo del resto che si possa dubitare sulla veridicità dei fatti raccontati da Thubron sull'enigmatica Cina di Mao e della Rivoluzione Culturale e sulla vita grama dei cinesi....Al di là di quest'aspetto, il libro racconta tante curiosità che mai prima d'ora avevo letto altrove, e sicuramente è stata per me una lettura avvincente e interessante

E' sempre affascinante leggere Colin Thubron. Questo "Oltre la muraglia", scritto nel suo viaggio in Cina nel 1986, l'ho trovato ovviamente interessante, anche se racconta una Cina che per gran parte non esiste più, ma ho trovato una vena troppo critica, verso un paese che avevi ancora gravi postumi del periodo tra il 60 e l'80, dovute sicuramente a problemi di scelte politiche sbagliate da parte di Mao Zedong, e si stava ancora per buona parte riprendendo dallo shock della "rivoluzione Culturale" Il problema di Thubron è che però il suo sguardo si focalizza troppo sul presente di quell'anno, lasciando troppo spesso da parte di citare come era la Cina tra il 1850 e il 1949. Una Cina che aveva sofferto traumi enormi, gran parte dovuti alle nazioni occidentali e in particolar modo dalla sua Inghilterra. Quando però arriva a raccontare le persone e in qualche modo usare aggettivi e descrizioni non molto lontane da essere del "body shaming", allora sembra non distanziarsi molto dai suoi conterranei che portarono l'oppio in Cina per poi scandalizzarsi sulle condizioni di vita e salute di chi quell'oppio lo usava per dimenticare le difficoltà della vita quotidiana. Sembra dimenticare che la Cina allora aveva 800milioni di abitanti (oggi un miliardo e mezzo) con 52 etnie diverse e con una superficie di 31 volte l'Italia. Ad un certo punto, uno dei suoi interlocutori dice: "Beh, insomma, la Cina non può cambiare politica troppo in fretta. Ma io penso che in cinque o dieci anni tutto diventerà chiaro. Forse poi quello che verrà lo chiameremo Socialismo Cinese: qualcosa di abbastanza diverso." Questa frase racconta la realtà, ovvero di come la Cina e i suoi abitanti, in pochi decenni sia diventata la seconda potenza mondiale. Sarebbe bello sapere lo sguardo e la sensazione avrebbe Thubron nel guardare questa Cina. Sicuramente troverebbe ancora disuguaglianza e precarietà in molte provincie lontane, ma questo cose non esistono forse anche nell'Europa?