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Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2012
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Su Pucci è stato pubblicato recentemente un romanzo, firmato dal francese Alexis Mourre, che prende spunto dall'avventurosa vita dell'eretico fiorentino e dei suoi legami con la Francia cinquecentesca. Anche la ricerca di Caravale, sul versante rigorosamente scientifico, segue la vicenda di questo giovane apprendista mercante, trasferito a Lione e trasformatosi in appassionato indagatore della "verità divina" sul filo delle controversie in campo cattolico e protestante nell'Europa cinquecentesca. Proprio la dimensione europea della biografia di Pucci, già sottolineata in un pionieristico volume di Cantimori, viene messa qui in piena luce e ulteriormente studiata nelle sue pieghe più minute: dalla conversione al protestantesimo dopo lo choc della notte di San Bartolomeo, alle peregrinazioni fra Londra, Basilea, Cracovia e Praga, fino al ritorno in Francia nella definitiva convinzione che le stesse chiese riformate, come quella cattolica, peccano per "rigidità dogmatica e disciplinare" se rifiutano di riconoscere la "libera e diretta ispirazione divina in ogni credente". Con queste idee, molto vicine a una "concezione del cristianesimo come religione naturale", che egli condivideva con Bruno e Campanella, Pucci predicò negli ultimi anni un utopico irenismo allo scopo pacificare "l'intera cristianità". E l'illusione di poter offrire al papa questa proposta, tornando in Italia e a una chiesa di Roma "che egli immaginava (e sperava) non ancora chiusa a difesa di una rigida ortodossia dottrinale", lo condusse direttamente al rogo nel 1597, accusato di pelagianesimo. Ma il radicalismo di Pucci era qualcosa di più di una "riproposizione dell'eresia pelagiana", conclude Caravale, poiché annunciava una radicale critica del cristianesimo e "spalancava le porte all'Europa di Baruch Spinoza e di Pierre Bayle".
Rinaldo Rinaldi
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