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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2011
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libro molto interessante ed utile per comprendere i meccanismi che hanno portato alla crisi finanziaria del 2008 e per afferrare del dinamiche del capitalismo.
L’analisi parte dalla situazione degli Stati Uniti con l’esercito industriale di riserva che il capitale, per massimizzare i profitti, ha individuato volta a volta nei lavoratori licenziati, nelle donne, nelle fasce proletarizzate, negli immigrati come una risorsa da sfruttare; e ha fatto leva sugli egoismi individuali per creare situazioni di contrapposizione, disparità salariali e odiose discriminazioni etniche e di genere. Ampliando lo sguardo fuori dagli USA l’Autore compie molte riflessioni sulla pervasività del capitalismo che per continuare nel suo sviluppo insostenibile ha bisogno di modellare il mondo spazzando via forme, culture, modi di vita che non si adeguano alle logiche di mercato e perciò rappresentano un ostacolo; e di ridisegnarne la geografia, specie quella urbana, plasmando nuovi comportamenti e bisogni. Tale devastazione va compiuta anche a costo di saccheggiare il pianeta di quelle materie prime essenziali alla crescita – e, in fondo, alla sopravvivenza – del capitalismo stesso; perciò questa antinomia viene definita da alcuni studiosi la «seconda contraddizione del capitalismo»; l’ambiente modellato per l’espansione del capitalismo è da Marx considerato un impedimento all’interno della sua stessa natura. Oltre alla riconfigurazione ambientale, il capitale ha mutato le forme classiche di colonialismo e imperialismo, rinunziando al dominio diretto della regione ma imponendovi la propria egemonia culturale, economica e finanziaria. Le ultime cinquanta pagine tracciano un possibile scenario alternativo al capitalismo con nuove coordinate riguardanti fra l’altro rapporti sociali e produttivi, prassi che perseguano il bene della comunità e una relazione con l’ambiente non vampiresca; Harvey definisce chimeriche tali audaci proposte e allo stesso tempo sostiene l’ineluttabilità di pensare in termini utopici. Diversi nel testo sono i richiami alle formulazioni marxiane, spesso per confermarne l’attualità, talvolta invece per contraddirle.
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